ieri ho letto l'ultimo volume del ciclo dedicato da alexandre dumas alla rivoluzione francese..che dire, come al solito sono rimasta ancora immersa nelle vicende.
nella copertina della mia copia del conte di montecristo uno scrittore dice "nel conte di montecristo c'è tutto". io penso che in sintesi questo sia il commento che si può fare a ciascuna delle sue opere: in dumas c'è tutto.
mi basta pensare, giusto per stare in tema con le ultime letture, a papà billot, nella contessa di charny: attivo rivoluzionario vede sua figlia, amante di un nobile, ammalarsi d'amore per lui durante la sua assenza, e per tutta risposta, quando isidore ritorna, cerca di levarlo di mezzo per non compromettere l'onore di catherine, che non può far altro che fuggire con lui. "per me mia figlia è morta": l'orgoglio di un padre che non riesce a perdonare la felicità della figlia, perchè contro i suoi ideali, o per meglio dire contro la morale comune; eppure, alla fine, quando sarà costretto a lasciare la francia, abbiamo la scena più bella dell'intero romanzo: il dottor gilbert scrive al fedele pitou per raccomandargli la fattoria di billot e in calce alla lettera, leggendo nel pensiero del vecchio padre, forse troppo duro, ma sempre padre: "ho aggiunto un'altra cosa: billot ti raccomanda catherine".
e allora come fai a trattenere le lacrime?
e poi penso al maurice del cavaliere di maison rouge, alla sua fede cieca negli ideali della rivoluzione, al suo culto dell'onore, ma soprattutto a come quell'onore lo sacrificherà per la sua geneviève. e poi lorin, che per tutto lo svolgersi delle vicende non ha fatto che rispondere per le rime, letteralmente, e così anche sul patibolo, davanti alla ghigliottina: "facciamo in fretta che qui sto perdendo la testa!", perchè "su che cosa scherzeremo, allora, se non si può scherzare sulle cose gravi?"
questi sono solo alcuni degli innumerevoli motivi per cui, a mio parere, a un secolo e mezzo di distanza dalla pubblicazione delle sue opere, dumas risulta molto più avvincente, appassionante e coinvolgente di tutti gli scrittori contemporanei.
decisamente in dumas c'è tutto: nell'arco di un capitolo verserai tante lacrime quante le risate che un attimo prima ti sei fatto, e chi sa che le due cose non avvengano contemporaneamente.
in conclusione, rubando la parole di athos in vent'anni dopo: "i ministri, i principi, i re passeranno come un torrente, la guerra civile come una fiamma, ma noi rimarremo, ne ho il presentimento!".
sì, alexandre rimarrà e rimarranno i suoi libri, perchè continuano, adesso come allora, a vivere.